
La civiltà Maya è
una delle più grandi civiltà che il mondo abbia mai conosciuto. La loro storia in molti tratti è misteriosa e presenta larghi vuoti ad oggi ancora impossibili da colmare, il maggiore dei quali sicuramente riguarda la
loro improvvisa decadenza. Quando gli spagnoli giunsero in America trovarono
un popolo impoverito e dimentico del suo grande passato, nei
secoli successivi la foresta tropicale
coprì i templi e i palazzi cancellandoli dalla vista e nascondendo del tutto questo maestoso popolo. La provenienza
dei Maya è ugualmente un mistero.
Non volendo essere questo un testo di storia ci piacerebbe invece raccontare e approfondire quelle che erano le conoscenze dei Maya per quanto riguarda la matematica, l'astrologia e l'astronomia.
I Maya utilizzavano un sistema di numerazione a base vigesimale (che vuol dire un sistema che ha per base il numero 20 anzichè il 10 come facciamo noi). Un punto "." rappresentava l'unità, mentre una barretta "_" veniva utilizzata per rappresentare il 5; al numero venti entrava in campo lo zero. Il numero zero era concepito come posizione vuota: 0, 1, 2, 3, 5, 6, 12, 15, 20.
La caratteristica
più notevole della matematica Maya era proprio il "principio dello
zero". Questo concetto astratto, essenziale per tutti i calcoli fu introdotto
in Europa nel Medioevo e come sia stato scoperto in Mesoamerica è uno dei
tanti misteri che avvolgono le culture precolombiane. I Maya lo rappresentavano usando diversi geroglifici
per lo più a forma di conchiglia; altre interpretazioni possibili del
simbolo sono una spirale, un guscio vuoto o un occhio socchiuso. Una delle possibili cause dell'introduzione dello zero è religiosa: per i Maya
infatti la numerazione scritta aveva una grande importanza dal punto di
vista del tempo e i sacerdoti avevano bisogno dello zero nei loro calcoli legati all'astronomia e al calendario. Misurare
il tempo non significò per loro soltanto ordinare gli elementi in
una sequenza ordinata, ma assunse connotazioni religiose ben precise infatti i Maya ritenevano che gli avvenimenti si ripetessero in cicli calcolabili
e quindi chi possedeva la capacità di elaborare il calendario era
anche in grado di prevedere e, magari, prevenire questi avvenimenti. Il punto di partenza del calendario (anno zero)
risale al 3114 a.C., data
della creazione del mondo e da allora, misurando una successione di cicli
ricorrenti, hanno calcolato enormi archi di tempo in modo analogo a quello
da noi usato per conteggiare anni, decenni, secoli e millenni. La scrittura di questo calendario è molto complessa ma esso
fu usato in tutta la Mesoamerica ed è considerato il più
preciso del mondo antico. Alla matematica, al calendario e alla religione
era strettamente legata anche l’astronomia. Lo studio del cielo, in cui
gli astri rappresentavano le divinità, mirava a controllare meglio
gli eventi terrestri dei quali gli dei erano ritenuti responsabili. I Maya
giunsero così a calcolare le eclissi di sole e i
cicli della luna e di Venere.