lunedì 30 marzo 2015

I Maya e l'importanza dei numeri parte 1


La civiltà Maya è una delle più grandi civiltà che il mondo abbia mai conosciuto. La loro storia in molti tratti è misteriosa e presenta larghi vuoti ad oggi ancora impossibili da colmare, il maggiore dei quali sicuramente riguarda la loro improvvisa decadenza. Quando gli spagnoli giunsero in America trovarono un popolo impoverito e dimentico del suo grande passato, nei secoli successivi la foresta tropicale coprì i templi e i palazzi cancellandoli dalla vista e nascondendo del tutto questo maestoso popolo. La provenienza dei Maya è ugualmente un mistero.
Non volendo essere questo un testo di storia ci piacerebbe invece raccontare e approfondire quelle che erano le conoscenze dei Maya per quanto riguarda la matematica, l'astrologia e l'astronomia.
I Maya utilizzavano un sistema di numerazione a base vigesimale (che vuol dire un sistema che ha per base il numero 20 anzichè il 10 come facciamo noi). Un punto "." rappresentava l'unità, mentre una barretta "_" veniva utilizzata per rappresentare il 5; al numero venti entrava in campo lo zero. Il numero zero era concepito come posizione vuota: 0, 1, 2, 3, 5, 6, 12, 15, 20.
La caratteristica più notevole della matematica Maya era proprio il "principio dello zero". Questo concetto astratto, essenziale per tutti i calcoli fu introdotto in Europa nel Medioevo e come sia stato scoperto in Mesoamerica è uno dei tanti misteri che avvolgono le culture precolombiane. I Maya lo rappresentavano usando diversi geroglifici per lo più a forma di conchiglia; altre interpretazioni possibili del simbolo sono una spirale, un guscio vuoto o un occhio socchiuso. Una delle possibili cause dell'introduzione dello zero è religiosa: per i Maya infatti la numerazione scritta aveva una grande importanza dal punto di vista del tempo e i sacerdoti avevano bisogno dello zero nei loro calcoli legati all'astronomia e al calendario. Misurare il tempo non significò per loro soltanto ordinare gli elementi in una sequenza ordinata, ma assunse connotazioni religiose ben precise infatti i Maya ritenevano che gli avvenimenti si ripetessero in cicli calcolabili e quindi chi possedeva la capacità di elaborare il calendario era anche in grado di prevedere e, magari, prevenire questi avvenimenti. Il punto di partenza del calendario (anno zero) risale al 3114 a.C., data della creazione del mondo e da allora, misurando una successione di cicli ricorrenti, hanno calcolato enormi archi di tempo in modo analogo a quello da noi usato per conteggiare anni, decenni, secoli e millenni. La scrittura di questo calendario è molto complessa ma esso fu usato in tutta la Mesoamerica ed è considerato il più preciso del mondo antico. Alla matematica, al calendario e alla religione era strettamente legata anche l’astronomia. Lo studio del cielo, in cui gli astri rappresentavano le divinità, mirava a controllare meglio gli eventi terrestri dei quali gli dei erano ritenuti responsabili. I Maya giunsero così a calcolare le eclissi di sole e i cicli della luna e di Venere.  

lunedì 16 marzo 2015

Viaggiare da soli! Un percorso per imparare a volersi bene!

Smettetela di cercare qualcuno che vi accompagni nel viaggio che sognate di fare da anni. Partite da soli!! Non ve ne pentirete......
Per alcuni può sembrare un sogno, per altri persino un incubo. Ma dovete trovare il coraggio e partire!! Viaggiare da soli offre un sacco di opportunità ed è un'occasione di crescita unica e grandiosa. E' liberatorio: si acquisisce indipendenza, si affina la sensibilità e si va dove si vuole, seguendo il proprio ritmo. Tutto è amplificato: malinconia, tenerezza, astio, tristezza e felicità. Si è più aperti all’altro, a conoscere, incontrare, parlare, sfatiamo il mito del viaggiatore solo e chiuso nei suoi pensieri, essere soli ci abitua a guardare e ascoltare meglio quello che ci circonda. 
E' vero non tutti amano la solitudine, per alcuni è un’esigenza, per altri una forzatura ma proprio per questo è importante fare un'esperienza di viaggio soli con voi stessi, proprio perchè così dovrete "imparare" a stare anche da soli. Potrete apprezzate il silenzio, i rumori, il vuoto della vostra camera d’albergo, le sensazioni avute dal girare e scoprire posti sconosciuti senza nessuno. Perdetevi se potete.... e una volta tornati nella vostra camera la sera godete il piacere di essere sopravvissuti alla solitudine. E non siete morti! Potrete giocare a essere chi volete, l'altra grande libertà che potrete scoprire viaggiando da soli, infatti è quella di fare ciò che avete sempre sognato di fare! Nessuno vi conosce o è lì a giudicarvi, nessuno che si aspetta che vi comportiate in una certa maniera.
Quando non c’è nessuno che guarda, ci si sente più liberi di agire e di osare. Il concetto di vergogna si riduce, le limitazioni diminuiscono e il viaggio permette alle nostre resistenze di diventare meno rigide.

lunedì 9 marzo 2015

Mettiamo alla prova le antiche leggende Maya per realizzare i sogni più veri del nostro cuore!



Intraprendere un viaggio significa quasi sempre mettere se stessi a confronto con realtà e culture diverse. Da questo confronto, spesso inconsapevolmente, affiorano insoddisfazioni, insicurezze o comunque nuovi aspetti della personalità, di cui non sempre si ha consapevolezza.
Per questo motivo un “viaggio” nel viaggio è un progetto che conduce a visitare affascinanti luoghi con iniziative psicologiche innovative adatte per affrontare le dinamiche emotive che emergono durante il viaggio. La fragilità può diventare forza e cambiamento grazie ad un programma specificatamente studiato e predisposto. Un programma sempre diverso per ogni tipo di viaggio e con diversi gradi di impatto psicologico.
Diversi livelli di profondità e cambiamento che vanno dalle esperienze sensoriali di auto consapevolezza e benessere, fino ad arrivare ad un vero e proprio viaggio personale interiore con l'acquisizione di tecniche strategicamente adatte a provocare il desiderato cambiamento. Tutte le nostre proposte possono essere integrate arricchite o ridisegnate insieme.
"Ogni persona nutre dei sogni, nella parte più profonda del suo essere, che amerebbe realizzare nella vita: il bisogno di non sentirsi più soli e trovare il vero amore, oppure il desiderio di avere un maggior benessere economico e/o professionale, oppure, ancora, innalzare il proprio livello spirituale, sociale, personale".

giovedì 5 marzo 2015

L'importanza di viaggiare! Provate.....

         È ben difficile, in geografia come in morale, capire il mondo senza uscire di casa propria (Voltaire)
  

E' proprio così, ormai sempre più ricerche e studi dimostrano che viaggiare e, quindi allontanarsi dalla vita quotidiana, aiuta a rientrare in contatto con noi stessi e a vedere le cose con più distacco!
Lasciare anche momentaneamente il nostro ambiente naturale ci porta a vivere quella che possiamo definire un'avventura, la conseguenza ovviamente è l'attivazione di una serie di atteggiamenti e comportamenti mentali  che vanno analizzati e che ci aiuteranno a modificare la nostra mente e aumentare il nostro benessere.
Le fantasie che precedono il viaggio diventano il vero nodo centrale del viaggio stesso, perché quello che interessa la nostra mente è verificare cosa ci accade "emozionalmente" quando siamo di fronte al nuovo; si attivano inizialmente in noi una serie di reazioni che vanno dall'euforia all'adrenalina, ma anche dal timore di lasciare il nostro habitat alla paura dell'ignoto.
Secondo Dean Mac-Cannell, studioso del fenomeno turistico, viaggiare è una forma di ricerca del sacro, una sorta di pellegrinaggio, di rispetto rituale per la società umana; inoltre un'equipe di ricercatori ha scoperto, analizzando l'encefalo di diverse persone, che chi aveva viaggiato molto e in generale aveva avuto una vita attiva, aveva anche una maggiore densità di neuroni in alcune zone cerebrali.

lunedì 2 marzo 2015

La magia dello Yucatan parte 3

 Chichen Itza dichiarato patrimonio dell'umanità UNESCO nel 1988

Dopo l'arrivo nella splendida capitale Merida e dopo aver approfondito la conoscenza del popolo Maya entriamo finalmente nel cuore delle rovine e visitiamo questi luoghi, alcuni conservati molto bene grazie alla vegetazione che li ha quasi completamente ricoperti per secoli, lasciandoci incantare e coinvolgere dall'atmosfera che ci accoglie.
Non possiamo che cominciare col parlare di Chichen Itza, la più completa espressione della civiltà Maya - tolteca, la più grande e imponente tra le città perdute e strategicamente posizionata al centro della penisola dello Yucatan; nonostante la mancanza di fiumi superficiali nelle vicinanze la popolazione maya si potè insediare in questo sito grazie alla presenza di due "cenotes" (profondi buchi naturali) ricolmi di acqua dolce dove furono ritrovati anche resti umani che confermano come i Maya pre-colombiani erano soliti offrire in dono al Dio della pioggia "Chaac" oggetti e, appunto il sacrificio di esseri umani, gettandoli nei cenotes.
La visita del sito archeologico di Chichen Itza richiede particolare attenzione al Tempio di  Kukulcan (nome Maya di Quetzalcoatl), una piramide a gradoni alta 30 mt conosciuta come "el castillo" e dedicato al dio appunto; si accede sui quattro lati, tramite delle scalinate che conducono alla terrazza superiore. La salita ma soprattutto la discesa, diciamolo subito, non sono sicuramente agevoli tanto che alcuni si aiutano con una corda per evitare di perdere l'equilibrio data la ripidità dei gradoni, arrivare in cima però vale la pena perchè la veduta dall'alto è uno spettacolo da mozzare il fiato.