Il “diario di viaggio” uno
strumento affascinante che nei tempi antichi ha permesso a molti di conoscere luoghi in cui
sarebbe stato impensabile poter arrivare, fisicamente parlando. Spesso il
reportage veniva arricchito, in epoche antiche, da mappe e schizzi che davano
una veridicità maggiore a quanto visitato, infatti il racconto di viaggio ha le
sue prime prove di esistere già ai tempi della letteratura greca e latina; uno
strumento scarno nato inizialmente come necessità di mercanti e navigatori di
lasciare traccia delle rotte e dei popoli incontrati durante i loro
commerci e spostamenti. Impossibile, poi non pensare al Milione di Marco Polo
nel suo racconto particolareggiato del suo viaggio nella Cina dei Mongoli, all’epoca
terra e popolazione pressoché sconosciuta al mondo “conosciuto”.
La costante principale, sempre
presente, nei diari o reportage è la voce narrante del viaggiatore stesso
proprio perché solamente il viaggiatore può essere in grado di narrare
un'esperienza che parla di scontro con l'ignoto, con il diverso e quindi attestabile
solo da chi, in prima persona lo ha vissuto. Testimonianze, esperienze, sensazioni,
a volte anche distorsioni, di quello che viaggiando ci colpisce e attira la
nostra attenzione. Parlando dei nostri giorni.... nulla di tutta la letteratura di
viaggio del passato si è persa o è andata in disuso, si è trasformata e
traslata nei nuovi mezzi di comunicazione… e allora che dire di tutti i blog di
viaggio presenti a migliaia sul web!? Necessità di condividere luoghi, esperienze
e cambiamenti di vita, realtà e pensieri, alla fine tutto cambia…. ma niente
muta veramente.
Buon viaggio e buona scrittura a tutti allora!!!!!
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